Dinamiche cognitive e stili di apprendimento dei nativi digitali

 

Le dinamiche cognitive e gli stili di apprendimento di questi nativi digitali, ancorché poco note – gli studi sono appena agli inizi – sono abissalmente diverse da quelli delle generazioni precedenti. Per loro, il codice alfabetico è solo uno dei tanti codici utilizzabili.

Nella loro testa è nativo il codice digitale, cioè un codice in cui il peso della variabile visuale, quello della variabile sonora, quello dell’immagine – fissa o in movimento – sono almeno pari se non superiori a quella del testo. Il codice digitale è il primo con cui entrano in contatto. Il libro non è qualcosa di immediatamente presente nella loro esperienza diretta e spesso compare solo quando vanno a scuola. Se la maestra spiega i vulcani, non si aspettano un disegno alla lavagna, ma di vedere ciò che si può vedere, sentire ciò che si può sentire, rappresentato ciò che si può rappresentare, possibilmente con una qualità grafica all’altezza di quella dei videogiochi. Questo configura una dinamica di apprendimento diametralmente opposta a quella per assorbimento della scuola tradizionale. La rivoluzione digitale consente di utilizzare simulazioni, di imparare a risolvere problemi attraverso videogiochi, in una parola, di apprendere attraverso il fare. L’impostazione pedagogica di un Dewey, di una Montessori, di un Freinet, finalmente alla portata di tutti.